Il più letto di oggi
Bernie Sanders va davvero bene agli ebrei? Un dibattito su “The Jewish Forward”

Un confronto tra politica, identità ebraica, universalismo e particolarismo nell’America di oggi

Ciò di cui si discute maggiormente nelle case ebraiche degli stati d’America è se effettivamente Bernie Sanders vada bene agli ebrei. Certo, è il primo ebreo ad essersi spinto così tanto avanti nella corsa per le presidenziali, ma i votanti ebrei non potrebbero essere più divisi sul voto. Per alcuni rappresenta la panacea, il ritorno al socialismo ebraico e vedono la sua elezione come una forma di Tikkun Olam; altri sono poco entusiasti del suo socialismo e temono l’associazione con persone che hanno offeso la comunità ebraica. Così il magazine The Jewish Forward ha pubblicato un dibattito tra due collaboratori, Joel Swanson e Ari Hoffman, di cui vi diamo qualche assaggio.

– Joel Swanson: Il crescente antisemitismo fa temere che l’ascesa di un socialista ebreo risvegli antichi fantasmi nell’estrema destra di un giudeo-bolscevismo. Ma questo stesso crescente antisemitismo non potrebbe invece rendere il fatto che un politico ebreo sia in corsa per le presidenziali orgogliosi di essere ebrei? Aspettare il momento in cui non siamo ansiosi per avere un presidente ebreo non potrebbe significare che non lo avremo mai?

– Ari Hoffman: Le cose sono un po’ cambiate domenica, quando Sanders ha rifiutato l’impegno, già preso, di parlare alla conferenza dell’AIPAC perché troppo bigotta. E quest’idea è assurda: AIPAC è intrecciata con i democrtici e ha una solida ala progressista. Significa altro: Sanders sta sfruttando il populismo di sinistra per correre contro gli ebrei e le loro istituzioni. Questo mi fa temere anche una certa miopia da parte di Sanders, che sembra non accorgersi dell’odio verso Israele e dell’ostilità verso gli ebrei nella sinistra.

– Swanson: Quello che noto è che accusi Sanders di essere contro gli ebrei perché non è andato alla conferenza dell’AIPAC. La conferenza attira circa 20mila persone, certamente un numero alto, ma non maggiore degli ebrei americani ortodossi antisionisti che si sono riuniti a New York. Inoltre, le posizioni dell’AIPAC, che si definisce super partes, nell’ultimo anno sono state tali che i membri hanno dovuto scusarsi in seguito ad alcuni attacchi al Partito Democratico. Penso poi che tu parli di una ebraicità universalista di Sanders piuttosto che particolarista. Sanders si preoccupa dell’uguaglianza economica e della giustizia sociale perché la sua comprensione della storia ebraica lo porta a difendere gli emarginati e pensa che gli ebrei si sentano più sicuri quando stringono alleanze con altre minoranze per potersi proteggere insieme. Ecco perché si definisce sia pro Israele sia pro Palestina. Ed è per questo che confindo nell’identità ebraica di Sanders. Negli Stati Uniti, diversamente dall’Europa, l’antisemitismo più letale proviene dall’estrema destra. In più ci sono dati attendibili che dimostrano che nell’estrema destra, l’odio per gli ebrei è connesso all’odio per i musulmani. Abbiamo un nemico comune. Ecco perché il supporto che Sanders sta dando alla comunità islamica è importante: aiuta a creare ponti tra due comunità che si sentono minacciate.

– Hoffman: Credo si debba andare più in profondità. E i fatti storici possono aiutarci. Occorre andare al 1789, all’epoca della Rivoluzione francese, quando il Conte di Clarmont-Tonnerre, tenne un discorso su “Minoranze religiose e professioni discutibili” in cui chiese quale doveva essere lo status degli ebrei ora che il mondo francese era stato capovolto. Ebbe una risposta ingegnosa: il neonato governo francese avrebbe “accordato tutto agli ebrei come individui e nulla a loro come popolo”. Qualcosa di simile sembra essere all’opera nel nome dell’universalismo che il movimento Sanders offre agli ebrei: come individui, gli ebrei sono i benvenuti, ma “come popolo”, dovrebbero attenersi all’agenda progressista. Ancora un punto: Sanders ha ottenuto a fatica un 11% di sostegno da parte del mondo ebraico. Il che approssimativamente significa che la stragrande maggioranza degli ebrei non si sente rappresentata dall’universalismo di Sanders, dal radicalismo economico e dalle critiche a Israele. Dunque dal punto di vista ebraico, Sanders è un elitario.

– Swanson: I dati di quel sondaggio sembrano essere piuttosto cambiati  ora che sono in corso le primarie! Riprendo la tua digressione alla Rivoluzione Francese. Quando il Conte fece quella dichiarazione, l’assemblea  stava discutendo se emancipare gli ebrei dalle restrizioni legali poste su di loro, e l’Assemblea decise che gli ebrei potevano essere emancipati se avessero accettato la cittadinanza francese come base della loro identità, relegando la loro Ebraicità solo nella sfera privata. In altre parole, gli aspetti del popolo e dell’etnia ebraici erano negati nella sfera pubblica e l’ebraismo poteva essere solo una religione praticata nella privacy della casa, come il protestantesimo, un’altra religione di minoranza nella Francia cattolica. Il tema è molto interessante e attuale nell’America di oggi. a vado avanti. Sanders sostiene Israele e ha invitato gli Stati Uniti a riconoscerne l’enorme importanze per il popolo ebraico e la sua storia. Certo, ha dato del razzista a Netanyahu… ma diciamo che è un normale sionista liberale…

L’articolo completo qui

 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.