Cultura
Stati Uniti: quanto è sicuro pregare in Sinagoga?

Come coniugare le esigenze di sicurezza con la libertà di culto: l’analisi del Jerusalem Post

Gli ebrei americani si chiedono: è sicuro pregare nella mia sinagoga? Affronta il tema della sicurezza nei luoghi di preghiera l’articolo del Jerusalem Post a firma di Ilanit Chernick.

Ian Goldberg, residente in Florida, lo stato con la terza più grande comunità ebraica in America, ha dichiarato al Jerusalem Post che “la comunità ebraica è molto preoccupata per l’ascesa dell’antisemitismo. Qui sta diventando mainstream, specialmente nei circoli di sinistra che attaccano apertamente gli ebrei ed Israele”, ha detto. Goldberg ritiene, come molti nelle comunità americane, che gli atti di antisemitismo arrivino sia dagli ambienti radicali di sinistra sia dai circoli della destra estrema e suprematista.

Le risposte al problema sicurezza però non possono essere limitate alle armi o ai servizi di pattugliamento.

Jacob Solomon, presidente e CEO della Greater Jewish Jewish Federation, racconta il Jerusalem Post, ha affermato che “con gli attacchi a Pittsburgh e a Poway, gli attacchi antisemiti sono diventati realtà”, Detto questo, prosegue, “ci sono molte persone che sostengono la necessità di non reagire in modo eccessivo sostenendo che dobbiamo affrontare i fatti e non permettere a noi stessi di entrare in una mentalità da bunker. Non è salutare. Stare lontano dalle sinagoghe e dai centri della comunità ebraica è una vittoria per chi ci vuole male”.


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