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Antisemitismo, antisionismo e odio

Dialogo con David Meghnagi intorno allla definizione dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance)

La definizione di antisemitismo proposta dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) comprende anche l’antisionismo. La funzione di una definizione di antisemitismo è chiara: serve a arginare fenomeni di odio. Ma quali sono gli elementi in discussione? David Meghnagi questa sera ne parlerà ad un incontro milanese, presieduto da Alessndro Litta Modignani (associazione Pro Israele), dal titolo Antisemitismo Antisionismo: il nuovo volto di un odio antico. Di cosa parleremo esattamente?

«Si tratta di un problema complesso che deve fare i conti con due cambiamenti epocali prodottisi nell’ultimo mezzo secolo di storia e che hanno visto l’emrgere di un nuovo antisemitismo che ha come sfondo la demonizzazione di Israele».

Quali sono le questioni sul tavolo?
«Il dibattito sulle questioni mediorientali oppure sul passato dell’Europa nella seconda guerra mondiale. La demonizzazione di Israele è uno delle forme in cui si manifesta oggi l’antisemitismo».

Perché?
«Non è in discussione il diritto alla critica della politica di questo o quel governo, ma la logica del discorso con le sue conseguenze. Bastava vedere quanto accede in certi campus americani per rendersene conto».

Cosa occorre fare, secondo lei?
«Il dibattito sull’antisemitismo è necessario perché aiuta a rivedere (e magari a smontare) i luoghi comuni sul conflitto in Medioriente. Aiuta anche i governi a prendere decisioni adeguate rispetto alla definizione proposta dall’IHRA, soprattutto per quanto riguarda la parte che include l’antisionismo».

Che aspettative ha?
«La lotta contro l’antisemitismo Dave procedere in modo trasversale recuperando il concetto di arco costituzionale.  L’antisemitismo e l’antisionismo sono dei pericoli per la democrazia nel suo insieme. Boicottare Israele vorrebbe per esempio dire agli italiani che hanno parenti là di non poterli più frequentare e visitare. Vorrebbe dire innescare dunque un meccanismo di persecuzione degli ebrei (tutti). Non succede all’improvviso, ma le fasi sono note. Si comincia con la demonizzazione (degli ebrei e dello stato d’Israele), dunque si definiscono le persone da demonizzare e immediatamente da perseguitare, infine si arriva all’esclusione e lo stato d’Israele si troverebbe in pericolo».

In questo nuovo governo crede ci sarà lo spazio per affrontare il problema?
«Dobbiamo essere in grado di porre la questione con tutti i governi richiamandoli alla loro responsabilità verso il passato e nei confronti delle sfide del futuro. A cominciare dal linguaggio: la malattia delle parole conduce alla malattia della società. E se è vero che le parole curano, è altrettanto vero che le parole uccidono».

 

Antisemitismo Antisionismo: Il nuovo volto di un odio antico, Centro Brera, via M. Formentini 10, Milano alle ore 18.30


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