Piccola selezione dei nuovi titoli del mese, tra narrativa e saggistica. E se non l’avete ancora letto in formato ebook, il 14 maggio arriva la versione cartacea dell’autobiografia di Woody Allen, A proposito di niente (La nave di Teseo). Laura Forti lo ha recensito per noi in occasione della pubblicazione in digitale: un libro che vale la pena leggere.

Perché ci siamo salvati di Claudio Bondì e Stefano Piperno, Marsilio.  Alessandro Piperno nella postfazione scrive così: “Se da un lato non c’è parola che io abbia scritto nell’ultimo trentennio che non sia implicata, anche solo di sbieco, con il mondo irrimediabilmente perduto evocato in questo epistolario; dall’altro, a valutarle in retrospettiva, non ce n’è una, delle mie parole, che sia stata capace di sfiorare il garbo, l’indulgenza, la tenerezza di cui hanno dato prova questi due attempati corrispondenti”. La storia è quella di due famiglie della borghesia ebraica romana, scampate alle tragedie della Seconda Guerra Mondiale. Ripercorrerla – dall’inizio del secolo fino alla fine del conflitto – significa capire le ragioni che permisero loro di sopravvivere. Ma anche l’attualità delle dinamiche che innescarono quella tragedia.

Verso casa di Assaf Inbari, traduzione di Shulim Vogelman e Rosanella Volponi, Giuntina. Amos Oz lo ha definito il miglior libro sulla nascita e sul declino del kibbutz e sulla conseguente trasformazione di Israele. Vero protagonista di questo romanzo è il kibbutz Afikim, sorto dalla caparbia volontà di un gruppo di giovani russi che si trasferiscono nella Palestina mandataria negli anni ’20. Diventa un luogo multiculturale, traboccante di vita grazie alle diverse anime dei sognatori che lo compongono. Attraverso le vicende dei vari personaggi, l’autore compone quasi un secolo di storia israeliana attraverso piani diversi: quello del romanzo di formazione, quello della narrazione corale, quello della biografia, in questo caso di un luogo. Così i ragazzi diventano adulti, i luoghi geografie e lo stato improvvisamente pronto a riflettere sui propri ricordi.

Occhiacci di legno. Dieci riflessioni sulla distanza, Carlo Ginzburg, edizione accresciuta, Quodlibet. Torna in libreria in una edizione ampliata una interessante raccolta di saggi a proposito di distanza e spaesamento, messi a punto dallo storico torinese alla fine degli anni 90. A cosa serve il mito e qual è la funzione di una riflessione su di esso? Perché lo sguardo dell’estraneo, del diverso, ha la capacità di svelare le menzogne della società? Perché lo stile è stato usato, a seconda dei casi, per includere o escludere la diversità culturale? Queste e altre domande guidano il lettore in un viaggio dove prospettive e punti di vista sono i veri protagonisti.

Archivio e camera oscura. Carteggio 1932-40, Walter Benjamin, Gershom Scholem, edizione italiana a cura di Saverio Campanini, Adelphi. Grande studioso della Qabbalah e della mistica ebraica, Scholem è, nel 1932, già da tempo in Palestina e ormai a un passo dalla cattedra; Benjamin, cabbalista in incognito e profondo innovatore del pensiero, vive invece la sua fase più tormentata: ospite a Ibiza, Parigi, Sanremo e in Danimarca, è sempre alla ricerca della sussistenza. Tra i due, attratti dalle rispettive ricerche, si sviluppa un confronto incessante, dalla politica alle letture, dalle comuni conoscenze su Buber, Bloch, Brecht, ma soprattutto su Kafka. Il libro, già uscito qualche mese fa, è un dialogo a distanza decisamente denso, non privo di malintesi e polemiche per concludersi, come sottolinea Benjamin, in un sentire comune: «ci siamo persuasi a vicenda».

Otto giorni a maggio, Volker Ullrich, Feltrinelli. Nessuno prima di Volker Ullrich, storico ed editorialista di Die Zeit, aveva mai raccontato le decisioni difficili, gli errori fatali, i dettagli cruenti e gli sciagurati protagonisti dell’ultima settimana della Seconda guerra mondiale. Ullrich lo fa in questa biografia di Hitler, ripercorrendone la fase finale dell’epopea politica e personale.