Cultura
L’amore in 21 racconti biblici

Che cos’è l’amore? Le risposte sono nella Bibbia, almeno secondo Maria Teresa Milano che ha scelto 21 storie emblematiche per parlare di noi

Il Cantico dei Cantici è il libro per eccellenza della parità tra i sessi, Gionata e Davide sono protagonisti di una storia d’amore queer, Ruth e Noemi incarnano i valori della sorellanza come forma di amore e protezione, Sara e Tobia rappresentano il superamento dell’idea di amore come possesso… Si può andare avanti a lungo, sicuramente per 21 volte, quante sono le storie d’amore della Bibbia raccolte nel volume a cura di Maria Teresa Milano, studiosa di ebraistica, docente di ebraico, scrittrice e musicista. Il suo 21 storie d’amore. La Bibbia come non te l’aspetti, da poco uscito per l’editore Sonda, è prima di tutto una storia molto umana dei personaggi biblici.

La loro è la vita di tutti noi e le loro relazioni sentimentali sono quelle che viviamo attualmente, tanto che il frontespizio del volume riporta due citazioni, quasi ad avvertire il lettore che sta per entrare nella semplicità di amare e nella sua inesplicabile natura. La prima è di Michela Marzano: «L’unico amore che valga veramente la pena di essere raccontato è quello quotidiano, reale, concreto. L’amore che siamo e che ci portiamo addosso. L’amore che ci permette di vivere». A lei segue Michela Murgia: «Non esistono narrazoni prive di conseguenze: nemmeno la più innocente delle fiabe lascia il mondo come lo ha trovato».

Bene, si comincia. A voltare pagina si trova una selezione di storie emblematiche, rilette con una chiave comune: la Bibbia come strumento maieutico della storia dell’umanità. E come scrive nella prefazione Marinella Perroni, la relazione di Milano con il testo biblico «ha forza performativa, non si risolve cioè in constatazioni o in descrizioni, ma ingenera piuttosto, oltre a coincidenza e sintonia, slancio vitale». Allora sì, avviene una magia: perché dalla Bibbia l’autrice estrae «gioielli narrativi», continua Perroni, «che il lettore è chiamato a indossare egli stesso come espressione di libertà e della forza della propria individualità».

Questa raccolta di storie d’amore “indossabili” è un invito a pensare l’amore come terreno della parità, del confronto, dell’espressione personale e individuale, della libertà di ciascuno e della coppia. L’amore come slancio vitale, come motore del mondo, come passione inarrestabile. E ancora, come relazione fondamentale ed espressione di un circolo sentimentale che non si può chiudere in una gerarchia, né controllarlo o colpevolizzarlo. Questi i presupposti che hanno permesso a Milano di imbarcarsi in questo viaggio: leggere la Bibbia è una strada per realizzare l’idea di libertà.

Le tematiche intorno all’amore ci sono tutte, dal bisogno di essere se stessi e intraprendere una propria strada personale (come i fratelli Caino e Abele, ma anche Anna e Samuele) alla reciprocità come condizione necessaria per stabilire un legame adulto (Sarah e Abramo), dall’esperienza dell’amore fisico come fonte di conoscenza (Adamo ed Eva e i protagonisti dell Cantico dei Cantici) a quella dolorosa del tradimento (Sansone e Dalila), fino all’affetto come medicina e spazio di guarigione (Tobia e Sara), alla violenza (Dina e Sichem), ai triangoli amorosi (dall’equilibrio prezioso quanto precario) ai sogni di maternità, ai matrimoni di progetto e alla difficoltà di custodire l’amore nel tempo.  Ognuno ha il proprio modo di sentire l’amore, percepirlo, costruirlo, distruggerlo, violentarlo, sposarlo e magari conservarlo a lungo. E ognuno si ritroverà in questo libro che parla a tutti, perché, come scrive l’autrice: «l’amore è cosa seria, non ha genere e costituisce l’esistenza stessa di ogni essere umano». Si va oltre letture programmatiche, si supera la visione di genere, si va oltre la letture stereotipate. Citando Jonathan Sacks, secondo cui la Bibbia è il testo per eccellenza dell’uguaglianza dove l’umano è narrato all’insegna del numero due: non c’è alcune vicenda che non abbia due protagonisti, un uomo e una donna, Milano propone una lettura in cui uomini e donne provano a raccontarsi, a leggersi, a dare forma ai propri desideri.

Naturalmente si comincia dall’Eden o meglio, dalla conoscenza necessaria all’essere umano per vivere sulla terra. Cioè, Eva. Che sceglie di ascoltare il suo desiderio di conoscere, «un verbo che in ebraico ha così tanti significati da occupare pagine intere del vocabolario e che implica percezione, consapevolezza e relazione. Si tratta di un’esperienza mentale e fisica e la Bibbia sembra anticipare di secoli le moderne teorie sull’embodiment, secondo cui non c’è separazione tra corpo e mente», scrive Milano. La parola conoscenza, poi, implica anche il rapporto sessuale: è la conoscenza più intima e profonda che si può avere dell’altro. E allora si diventa grandi, si impara a uscire da sé per accogliere l’altro, ad assumersi le responsabilità delle proprie scelte e a guardare con soddisfazione i frutti del nostro operato. Stare nudi nel giardino è roba da bambini, poi subentra la consapevolezza e la capacità di amare in quella che si può chiamare la straordinaria avventura di diventare grandi.

Tra mille traversie di personaggi e interpreti del Libro di tutti i Libri si arriva al Cantico dei Cantici, meravigliosa celebrazione dell’amore, a lungo studiata per capire come mai, tra i testi sacri, ne comparisse uno così tanto umano. E forse la risposta è davvero così semplice da risultare dirompente: «L’amore di cui canta la Bibbia», si legge, «è esattamente il luogo in cui si comprende concretamente l’esclusività e la profondità di un rapporto che, come ben ha intuito il filosofo Martin Buber, è la condizione necessaria per comprendere anche la natura del rapporto con un unico Dio». L’esclusività dell’amore, dunque, va provata sulla propria pelle.

Maria Teresa Milano, 21 storie d’amore. La Bibbia come non te l’aspetti, Sonda, pp. 190, 19,90 euro.

Micol De Pas

È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.


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