Cultura
Tra primavera e poesia

Una selezione di letture e un appuntamento in streaming per la giornata mondiale della poesia

Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia. Ci piace ricordarla riproponendovi qui alcune delle poesie selezionate per noi da Sara Ferrari nella sua rubrica mensile Di canto in canto. Una piccola antologia da leggere tutta d’un fiato (oppure andando ai link agli articoli per sapere di più dei singoli poeti). E una segnalazione: il Museo Nazionale Romano presenta il progetto multimediale “Rovine” dello scrittore e poeta Gabriele Tinti. Si tratta di una “guida poetica” al museo: ogni opera in mostra sarà accompagnata da contributi poetici audio-video-testuali in lingua inglese e italiana per raccontarne la storia. Un progetto che entrerà in funzione alla riapertura dei musei ma che sarà presentato in anteprima il 21 marzo, proprio per celebrare questa giornata, su Facebook alle ore 12. Un esperimento interessante, soprattutto perché vanta lettori di un certo calibro: Marton Csokas, Alessandro Haber e Kevin Spacey.

 

Di canto in canto

 

Una melodia antica. Di Nathan Alterman

Se la notte tu piangerai,
la mia gioia arderò come paglia.
Se di freddo ti tremeranno le ossa,
ti coprirò e mi sdraierò sulla pietra .

Se dirai di voler danzare,
per te suonerò fino all’ultima corda.
Se mancheranno doni a celebrarti,
la mia vita ti offrirò e la mia morte.

Se del pane vorrai oppure vino,
me ne andrò, la schiena ricurva,
ed entrambi i miei occhi venderò
per portarti sia vino sia pane.

Ma se una volta tu riderai
senza me in compagnia degli amici,
passerà muta la mia gelosia
e brucerà su di te la tua casa.

 

Il momento decisivo. Di Lali Tsipi Michaeli

Con occhi di cenere mi hai detto
che la tua fine era giunta
Ma nessun combattente come te si sarebbe arreso
non ti avrebbe piegato
l’ignoto.
Non ho visto che cosa è successo tra voi nel momento
decisivo
Come si sono intrecciati gli eventi
Chi ha squarciato a chi la pelle
Chi ha ficcato a chi un dito
nella carne viva
Chi ha cavato a chi
gli occhi
Chi ha strappato a chi
le orecchie
Chi ha castrato a chi
l’ego
sibilando ingiurie e maledizioni
Non ero là
Non so che cosa sia successo tra di voi nel momento decisivo
Non ero tra di voi per separarvi
Dilaniata dilaniata come sempre ansie risolte a fatica
Me ne vado a Pilates per congelare il corpo
per liberare il distacco verso lo spazio.

 

Neon. Di Tali Latowicki

Ci sono generazioni cui non è stato concesso in sorte
di essere quelle che reggono la storia sulle spalle. A costoro è stato offerto
di sedere nei caffè, pregando al futile,
sanno che l’essenziale balugina soltanto dall’interno,
e l’uno dipende dall’altro
perciò non bisogna calcare la mano, né con il dialogo né con il tempo.
Ma la storia è comunque atterrata
sulle loro spalle,
è atterrata come un colpo d’ariete, come un affanno,

e ora con la colonna vertebrale spezzata,
siedono
soppesando l’essenziale e il futile,
come banconote contraffatte alla luce del neon.

 

In libreria. Di Sigal Ben Yair

In libreria i ricchi residenti del Carmel strisciano
la visa gialla nella fessura, dopo aver messo sulla bilancia
“Il cammino zen per la depressione” e “Come elevarsi e ritrovare la luce”,
un chilo di libri per cento shekel.
E io non ne ho 69 per comprare
la rivista dove sono pubblicate le mie poesie.
Vorrei strappare la pagina con le mie poesie
nasconderla tra “Incontri con la verità”
e “L’educazione interiore”, come a rubare il fuoco, ottenere il castigo, sola sulla roccia, il cuore dilaniato.


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