Cultura
9 novembre 1989, quel giorno casuale e fondamentale

La caduta del Muro di Berlino raccontata in una lettura scenica realizzata dallo storico e divulgatore Pietro Cuomo

Avrebbe potuto essere un giorno come tanti. Oppure, avrebbe potuto inaugurare un cambiamento,  ma essere irrilevante per la narrazione della Storia da consegnare alle generazioni future. E invece, il 9 novembre 1989 fu il giorno. Senza che nessuno l’avesse previsto. Casuale, inaspettato, travolgente. La riunificazione delle due Germanie sarà naturalmente un processo complesso, ma intanto, ecco che ciò che fino al giorno prima sembrava fantascienza avviene sotto gli occhi del mondo: il Muro sorvegliato, temuto, ineluttabile, viene abbattuto dai berlinesi in festa.

La storia del 9 novembre 1989 è protagonista della lettura scenica Un giorno, per caso. 9 novembre 1989. La caduta del Muro di Berlino, realizzata dallo storico e divulgatore Pietro Cuomo e in calendario in due prossimi appuntamenti milanesi, rispettivamente il 7 novembre al Nuovo Teatro Ariberto e l’11 novembre alla Casa della Memoria. Uno spettacolo di History Telling, ispirato all’esperienza di Storia & Narrazione iniziata da Paolo Colombo e Chiara Continisio, in cui il linguaggio del teatro apre nuove frontiere al compito della divulgazione storica. Ne parliamo con l’autore, Pietro Cuomo.

Come nasce lo spettacolo?

L’ispirazione di partenza riguarda uno spunto in cui mi sono imbattuto durante un viaggio turistico a Berlino, un dettaglio su come è iniziata la caduta del Muro, simbolo per eccellenza della Guerra Fredda. Fu uno scivolone di Günther Schabowski, portavoce della DDR, a dare il via agli eventi di quel fatidico 9 novembre di trent’anni fa. Il proverbiale sassolino che, nel giro di pochissimo, diventa valanga, come racconteremo. Questo contrasto tra importanza e casualità dell’evento si rispecchia nel titolo dello spettacolo – andato in scena per la prima volta nel 2017 al Nuovo Teatro Ariberto – il quale comincia dalla fine del Muro per parlare della sua storia e soprattutto delle ragioni per cui essa non è solo una storia tedesca, ma l’occasione per riflettere sulla Guerra Fredda.

Casualità e portata dell’evento: come dialogano nello spettacolo?

Se si considera l’incredibile corollario di tristezza, disperazione e morte che la storia del Muro si porta dietro, scoprire che gli eventi che portarono al suo abbattimento furono così casuali, in un certo modo fa sorridere. Chiaramente il contesto era molto più complesso, era maturato nella profonda crisi politico-economica della DDR, ma rimane il fatto che quel 9 novembre fu il giorno dell’avvio, l’inizio del processo di riunificazione delle due Germanie. La sfida è stata portare in scena un testo capace di rendere conto degli aspetti tragicomici di tutta la vicenda del Muro, di concedere il lusso di una risata, ma senza abbandonare il tono riflessivo. L’idea è cercare tra le pieghe della narrazione una vena di leggerezza, senza andare a detrimento della riflessione.

Una riflessione in fondo sul significato de potere.

Sì, sul potere nel senso più puro e politico del termine. La vicenda di Günther Schabowski offre una suggestione per riflettere sul potere del giornalismo e della comunicazione, l’azione collettiva dei berlinesi ne offre un’altra per riflettere sul potere delle persone: quella di aprire le frontiere il 9 novembre non fu infatti una decisione presa dall’alto, ma intrapresa dalla gente che si era radunata intorno al Muro.

Quale scenografia possibile per uno spettacolo come questo?

Michele Buccoli ha realizzato un tappeto di suoni e immagini fondamentale per la messa in scena: sostengono e riempiono la storia-narrazione. A comporlo sono immagini d’epoca e musiche che sottolineano i passaggi più importanti e aiutano il pubblico a entrare nello stato d’animo necessario alla comprensione.

“Lettura scenica” o History Telling: qual è lo scopo di questa forma di teatro? E a che tipo di pubblico si rivolge?

Cerchiamo il punto d’incontro tra la Storia con la S maiuscola, quella fatta di grandi eventi,  e la narrazione intesa come modalità di divulgazione. Attraverso la forma della lettura scenica cerchiamo di rendere la narrazione accessibile a chiunque, ma senza sacrificare la veridicità storica. In questo aspetto emerge il plusvalore del non essere attori ma storici, ricercatori, insegnanti: nella scelta tra spettacolarità e veridicità, la lettura scenica opta sempre per la seconda. L’History Telling inoltre è un tipo di rappresentazione che offre anche a noi docenti un’opportunità di approfondire certi episodi che si nascondono tra le righe della Storia, trascurati dalle lezioni “classiche” in aula, ma importantissimi perché aiutano a comprendere meglio i grandi fenomeni. E questi elementi parlano a un pubblico trasversale, anche se sono soprattutto le nuove generazioni a essere destinatarie del valore divulgativo di quest’arte.

“Un giorno, per caso. 9 novembre 1989. La caduta del Muro di Berlino” (di e con Pietro Cuomo, immagini e suoni di Michele Buccoli) andrà in scena a Milano presso il Nuovo Teatro Ariberto giovedì 7 novembre alle 20:45 e presso la Casa della Memoria lunedì 11 novembre alle 19:30.

Silvia Gambino
Responsabile Comunicazione

Laureata a Milano in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, ha studiato Peace & Conflict Studies presso l’International School dell’Università di Haifa, dove ha vissuto per un paio d’anni ed è stata attiva in diverse realtà locali di volontariato sui temi della mediazione, dell’educazione e dello sviluppo. Appassionata di natura, libri, musica, cucina.


1 Commento:

  1. Ke bello aver conosciuto, grazie a questo articolo, uno storico giovane colto o è Pietro Cuomo.. Tutti a teatro ad ascoltarlo!!


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