Cultura
Bob Dylan esplora l’arte di scrivere canzoni nel suo nuovo libro: The Philosophy of Modern Song

Il cantautore racconta le origini della canzone moderna scegliendo sessantasei brani-simbolo spesso ispirati a scritture, storie e personaggi ebraici

L’arte della canzone analizzata in ogni singolo dettaglio. è questo il filo conduttore del nuovo libro di Bob Dylan, il primo dopo la biografia best seller intitolata Chronicles: Volume One, uscita nel 2004. La mission del nuovo lavoro di Dylan è già esplicitata nel titolo, The Philosophy of Modern Song (editoda Simon & Schuster).

Secondo quanto dichiarato nel comunicato stampa di presentazione del libro, Dylan avrebbe iniziato a lavorare su The Philosophy of Modern Song nel 2010. Il libro contiene gli approfondimenti  e le analisi che Dylan ha elaborato su 66 canzoni (c’anche Volare) di artisti come Stephen Foster, Frank Sinatra, Elvis Costello, Hank Williams e Nina Simone. Dylan analizza quella che chiama la trappola delle rime facili, analizza come l’aggiunta di una sola sillaba possa sminuire il valore di una canzone, e spiega persino come il bluegrass sia in relazione all’heavy metal. Questi saggi-approfondimento sulle canzoni sono scritti nella prosa unica di Dylan. Sono misteriosi e mercuriali, commoventi e profondi, e spesso fanno ridere a crepapelle. Ma, mentre sono apparentemente riflessioni e considerazioni sulla musica, sono in realtà meditazioni e riflessioni sulla condizione umana.

Nelle pagine del libro Dylan fa spesso riferimento a scritture, a storie e personaggi ebraici: come nel caso di Long Tall Sally di Little Richard. Sul personaggio contenuto nel titolo Dylan ha una sua opinione al riguardo come ricorda The Forward“Long Tall Sally era alta 12 piedi”, scrive Dylan. “Faceva parte dei vecchi tempi biblici in Samaria, dalla tribù chiamata Nephilim. Erano giganti vissuti prima del cataclisma del diluvio”.

Parlando di uno dei brani più famosi di Roy Orbison, Blue Bayou, Dylan dice che il narratore della canzone ha lasciato la sua casa incantata per trovare cose più grandi e migliori in città, che però si è rivelata una “Torre di Babele” con “grattacieli di parole incomprensibili e doppi sensi”. Il cantante desidera tornare a Blue Bayou, un “luogo vicino al paradiso” pre-babelico.

Come scrive The Forward: “Dylan utilizza la metodologia dell’interpretazione biblica per trovare radici bibliche nei 66 brani presi in considerazione. Le canzoni stesse sono la Torah scritta; Dylan funziona come una combinazione di Rashi, il commentatore della Torah, e di Mosè de León, al quale viene spesso attribuita la paternità dello Zohar, l’opera mistica fondamentale della Kabbalah”.

Jonathan Karp, presidente e CEO della casa editrice Simon & Schuster, ha detto: “La pubblicazione dell’opera caleidoscopicamente brillante di Bob Dylan è una celebrazione internazionale dell’arte di scrivere canzoni da parte di uno dei più grandi artisti del nostro tempo. La filosofia della canzone moderna poteva essere scritta solo da Bob Dylan. La sua voce è unica e la sua opera trasmette il suo profondo apprezzamento e la sua comprensione delle canzoni, delle persone che danno vita a quelle canzoni e di ciò che le canzoni significano per tutti noi”.

 

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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