Cultura
L’arte indifesa, un convegno e un libro sul destino di artisti e collezioni dopo le leggi razziali

La lunga storia delle opere trafugate, tra pezzi di valore inestimabile e collezioni complete, e la loro lentissima e complessa restituzione

“In tutte le guerre portate avanti dall’umanità sin dall’epoca classica, si è posto in essere il saccheggio, che ha sempre interessato anche le opere d’arte”.
Il volume offre una panoramica dei trafugamenti di opere d’arte avvenuti durante le persecuzioni ebraiche da parte del regime nazista prima e di quello fascista subito dopo, su cui il lettore può documentarsi ampiamente attraverso le ricerche e i contributi raccolti dai curatori, in merito al destino delle collezioni ebraiche legittimate dalle leggi razziali. In particolare questo volume raccoglie gli atti di un convegno, intitolato proprio L’arte indifesa: il destino di artisti e collezioni dopo l’emanazione delle leggi razziali e si è tenuto ad Ancona ad aprile del 2020.

È interessante innanzitutto notare che la persecuzione ebraica attuata dai nazifascisti ha colpito gli ebrei non solo nelle modalità e nelle azioni ormai note a tutti, ma anche attraverso una serie di interventi mirati alla sostanziale sottrazione di beni di qualsiasi natura alle vittime della discriminazione. Si è trattato di una vera e propria espoliazione, avvenuta sistematicamente e in fasi successive, consentita da provvedimenti normativi che l’hanno legittimata, e che hanno avuto come oggetto numerose opere d’arte, collezioni e raccolte appartenenti a cittadini ebrei. Collezionisti residenti in tutta Europa, per il solo fatto di essere di religione ebraica, non avevano più il diritto di possedere beni, mobili e immobili, che andarono persi a beneficio di mercanti d’arte e antiquari. Inizialmente proprio i mercanti d’arte senza scrupoli facevano buoni affari costringendo gli ebrei in fuga per le persecuzioni naziste, a svendere le opere d’arte in loro possesso, spesso in cambio di pochi soldi utili per fuggire dalla Germania. In seguito, furono gli stessi nazisti a requisire dapprima illegalmente molte opere d’arte, una pratica che poi andò via via consolidandosi soprattutto attraverso provvedimenti ad hoc da parte dei regimi nazista e fascista. In questo modo i committenti, prontamente sopraggiunti, riuscirono a impossessarsi, con una parvenza di legittimità, di opere d’arte a volte di inestimabile valore, che “mai sarebbero state disperse o finite sul mercato se non ci fosse stata la persecuzione ebraica”.

Dal 1943 in poi la Repubblica Sociale Italiana stabilì il sequestro di tutti i beni degli ebrei e successivamente la loro confisca e le opere d’arte di autori ebrei furono bollate come “arte degenerata”. Il libro mette bene in luce la cronologia degli avvenimenti e dei provvedimenti, e tutti gli aspetti normativi di sequestri, espoliazioni e confische, che miravano in ultima analisi a eliminare tutte le tracce dell’identità ebraica, non bastando evidentemente il progetto e la messa in atto dell’eliminazione fisica degli ebrei.

Sono trascorsi molti anni dopo la guerra, qualcosa è stato fatto nel contesto internazionale per recuperare e restituire le opere d’arte ai proprietari o ai loro eredi, ma il lavoro è ancora lungo e complesso. Nel libro sono raccolti alcuni interessanti contributi che si concentrano su casi specifici e di cui si è avuta notizia attraverso ricerche mirate, documenti e interventi chiarificatori di alcune vicende di ritrovamenti e di parziali restituzioni, partendo dai protagonisti che ne sono stati coinvolti, direttamente o indirettamente. Si tratta di artisti e collezionisti, proprietari di beni, testimoni degli avvenimenti. Inoltre è interessante conoscere, attraverso il libro, gli aspetti riguardanti i principi internazionali che si sono delineati in materia negli ultimi decenni e che si sono fatti promotori delle restituzioni. nel leggere le pagine di questo libro si comprendono il senso e la consapevolezza di questo compito comune, un lavoro ancora lungo e complicato,ma certamente necessario.

L’ARTE INDIFESA: IL DESTINO DI ARTISTI E COLLEZIONI DOPO L’ EMANAZIONE DELLE LEGGI RAZZIALI
a cura di Patrizia Dragoni e Caterina Paparello, Edifir, pp. 208, 25 euro

Eirene Campagna
collaboratrice

Classe 1991, è PhD Candidate dello IULM di Milano in Visual and Media Studies, cultrice della materia in Sistema e Cultura dei Musei. Studiosa della Shoah e delle sue forme di rappresentazione, in particolare legate alla museologia, è socia dell’Associazione Italiana Studi Giudaici.


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