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Elezioni comunitarie milanesi: dietro le quinte

Ecco come sono nate le due lista che hanno gareggiato per il Consiglio

A qualche giorno dalla conclusione delle elezioni milanesi, vi raccontiamo come sono nate le due liste in gara. Due piccole storie, che raccontano di Milano, della comunità e della voglia di partecipare. L’elemento comune, infatti, ai due schieramenti, era ed è proprio quello di lavorare per la comunità. Tutta.
La lista vincitrice, Milano ebraica – la comunità di tutti, di fatto si è costituita a pochi giorni dalla data ultima in cui depositare le candidature e ha lavorato sodo. Adrenalina costruttiva? Forse, ma di sicuro la corsa a non perdere questa occasione ha fatto da motivatore su tutto.
In prossimità della fine del mandato precedente, alcuni consiglieri uscenti hanno cominciato a tastare il terreno fra di loro, per capire chi fosse intenzionato a ricandidarsi. Così è nato il nucleo iniziale di Milano ebraica: Antonella Musatti, Milo Hasbani, Daniele Misrachi e Gadi Schoenheit. “A dare un contributo in termini motivazionali o meglio, ad accendere “il motorino di avviamento”, è stato Cobi Benatoff”, spiega Daniele Misrachi, “è stato lui a darci appuntamento a casa sua con circa 60 sostenitori da cui sono uscite sei candidature per poter mettere insieme una squadra e dare il via alla campagna elettorale. Era proprio quello che serviva: eravamo ancora in una fase iniziale ma il tempo cominciava a stringere. Già in quella prima serata si sono creati dei gruppi di lavoro per individuare nuove persone da contattare, cominciare a scrivere un manifesto e una prima bozza del programma”. Sono seguiti altri due incontri, sempre più operativi, “In cui il ruolo di Benatoff”, dice Misrachi, “è stato quello di stimolare lo scambio di idee, ma anche di operare rapidamente delle scelte: trovare il nome della lista e i candidati che poi sarebbero stati chiamati a individuare chi tra loro avrebbe fatto il presidente, con forza e legittimità. E aveva ragione: da quel momento in poi abbiamo lavorato da soli e ce l’abbiamo fatta: il programma era pronto e avevamo i nostri 19 candidati. Poi… potete immaginare cosa possa significare mettere 19 ebrei intorno a un tavolo… Difficilissimo trovare un accordo su qualcosa. Ma la squadra, seppur eterogenea, era molto compatta e siamo stati tutti capaci di fare un passo indietro e metterci a lavorare. Intensamente”, continua Misrachi. Il clou della campagna elettorale, fatta soprattutto di incontri pubblici, si è svolto dal 2 al 18 maggio. A quel punto la squadra era formata da persone veramente competenti, il che ha reso più semplice il lavoro preziosissimo anche di chi ci ha sostenuto, lavorando sui social, con il passaparola e intervenendo nei dibattiti. “Siamo arrivati all’assemblea pre elettorale veramente coesi come gruppo. E questo elemento di credibilità credo sia stato determinante per l’esito delle elezioni”, conclude Misrachi.

Wellcommunity invece porta avanti un progetto ormai di lungo corso. Il gruppo, con questo nome, era stato concepito sette anni fa da un’idea di Walker Meghnagi e ha avuto un ruolo importante anche nell’ultimo consiglio. L’iter dunque è stato in qualche modo più semplice e lineare: si trattava di proseguire un cammino piuttosto rodato. “Con un gruppo nutrito di otto consiglieri uscenti”, racconta Raffaele Besso, capolista, “abbiamo deciso di ricandidarci per questa lista. Dovevamo rintracciare i candidati mancanti. Così ognuno di noi ha contattato amici che riteneva potessero essere interessati. Il nostro obiettivo era di comporre una rosa abbastanza eterogenea: volevamo che le persone in gioco avessero edòt e sensibilità diverse”. E la raccolta è andata bene: “Su otto uscenti, sette erano disponibili a ricandidarsi. Gli altri 12 sono stati scelti in base all’entusiasmo alla positività con cui aderivano all’idea di mettersi in gioco per la Comunità. Di aiuti particolari non ce ne sono stati, abbiamo proposto di seguirci a tutti i consiglieri uscenti sia a livello di comunità sia di UCEI”, continua Besso. E poi è cominciato il lavoro vero e proprio con la stesura del programma, nato da commissioni di due o tre persone dedicate a singoli temi. Il clou della campagna elettorale? “Certamente tra il 2 e il 18 maggio. Abbiamo usato quei giorni soprattutto per promuovere i nuovi candidati e farli conoscere, insieme a un equilibrio di incontri personali e sui social netweork”, conclude Besso.


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