Cultura
Proselitismo, conversione, antisemitismo. Da un fatto di cronaca statunitense

Breve viaggio tra le comunità cristiane, l’ebraismo messianico degli Ebrei per Gesù, fino alle risposte ebraiche contro il rischio evangelizzazione

Un fatto di cronaca ha riaperto il dibattito su questioni che possono sembrare antiche, almeno ai nostri occhi di europei. Un membro del consiglio eletto nella Carolina del Nord, Madison Cawthorn, avrebbe cercato di convertire gli ebrei al cristianesimo. Ne parla il magazine online Alma, che propone un ragionamento sulle parole proselitismo, conversione e antisemitismo. Più precisamente, la giornalista Emily Burak guarda al proselitismo cristiano come tentativo di convertire gli ebrei e si domanda se sia un gesto/pensiero intrinsecamente antisemita.

Prima di rispondere l’autrice compone un ritratto di Madison Cawthorn, 25enne fervente cattolico di destra, appassionato visitatore del Nido dell’Aquila, il ritiro montano di Hitler e sede meridionale del partito nazista in Germania, forse coinvolto in questioni legate ad abusi sessuali. Di sicuro nel gennaio 2021 vanterà il titolo di più giovane membro del Congresso . Bene, ma gli ebrei?

In un’intervista con Jewish Insider, riporta Alma, Cawthorn ha spiegato le proprie difficoltà nel cercare di condurre un ateo e o un ebreo religioso a Cristo (“devi vendere Gesù molto bene, perché, sai, … – alcuni ebrei molto devoti pensano solo che Gesù sia una specie di bravo ragazzo. E’ fantastico!”) e di un sermone tenuto dal nostro nel luglio 2019 in cui, a partire dal Vengelo di Marco avrebbe parlato del problema della conversione delle persone che hanno sangue ebraico.  Di fronte a simili dichiarazine il mondo dei social ha reagito, naturalmente. Ponendo soprattutto questo tema: “Cercare di convertire gli ebrei *perché sono ebrei* non è un articolo di fede”.

La storia testimonia di conversioni forzate sin dalla notte dei tempi, ma il presente? L’universo congregazionario americano riserva alcune sorprese.

La Southern Baptist Convention (SBC), la più grande confessione cristiana protestante degli Stati Uniti, cerca esplicitamente di convertire gli ebrei. Nel 1996, hanno approvato una risoluzione che invitava i loro seguaci a “dirigere le nostre energie e risorse verso l’annuncio del Vangelo al popolo ebraico”. Lo scopo della Southern Baptist Messianic Fellowship, formata nel 1990 come propaggine della SBC, è di incoraggiare tali conversioni.

Nel 2005, la Anti-Defamation League (ADL) ha rilasciato una dichiarazione sulla Fellowship, ritenendo il suo operato vergognoso, odffensivo e pericoloso. Ma c’è di più, perché l’ADL fa riferimento a un gruppo definito con il nome di ebraismo messianico utilizzato falla Southern Baptist Convention per promuoverele conversioni in ambito ebraico. Questo gruppo messianico, un ramo del quale si chiama Ebrei per Gesù (Jews for Jesus), è un gruppo reigioso che ha cercato di superare il confine tra ebraismo e cristianesimo.

Secondo questa visione, Gesù, o Yeshua in aramaico, era il Messia, ed è morto per i peccati del mondo. Credono anche che gli ebrei siano il popolo eletto, e che le leggi esplicite della Torah, come l’osservanza dello Shabbat, le feste e la circoncisione devono essere rispettate.

Le origini di questa mescolanza risalgono alle missioni cristiane ebraiche del XIX secolo, ma soprattutto agli anni 60/70 del XX, momento in cui ottiene una discreta popolarità anche in Europa, soprattutto in Germania. Naturalmente, a causa dell’identificazione del Messia con Gesù, il gruppo non è riconosciuto da nessuna delle principali denominazioni dell’ebraismo, da quello ortodosso a quello reform.

In un lungo articolo, My Jewish Learning racconta che nel cristianesimo americano, l’ebraismo messianico è visto come gruppo della comunità evangelica o come setta separata, spesso criticato dai leader cristiani  per la loro aggressiva politica missionaria nella comunità ebraica e per la loro proclamata quanto falsa identità ebraica.  Generalmente infatti a comporre le comunità dell’ebraismo messianico sono non ebrei, anche se da qualche tempo alcune congregazioni vantano la presenza anche di un certo numero di persone ebree di nascita.

E qui si pone un’altra questione. Perché se è vero che l’ebraismo messianico riconosce Gesù quale Messia, riconosce anche l’unicità del popolo ebraico in quanto eletto. Dunque, come si fa per appartenere a questa religione? My Jewish Learning scrive che ai non ebrei può essere chiesto di sottoporsi ad una sorta di conversione al giudaismo messianico, anche se molti all’interno del gruppo credono che sia impossibile convertirsi al giudaismo. Le conversioni ebraiche messianiche non sono considerate valide da nessuna confessione ebraica. I non ebrei che si uniscono alle congregazioni messianiche sono talvolta chiamati ebrei spirituali, ebrei completi o gentili messianici.

Gli ebrei messianici includono il Nuovo Testamento nel loro canone e credono nel supersessionismo, ritenendo che Gesù sia il compimento della promessa fatta da Dio agli ebrei nel Tanach, ma a differenza di altri gruppi cristiani simili,  mantengono il desiderio di praticare molti comandamenti dati nella Torah. Rifiutano invece la legge rabbinica, la Mishnah e il Talmud e alcune fonti parlano anche della pratica del battesimo in età adulta.

Un gruppo di ebraismo messianico, Awake O Israel, presenta le sue attività a New York

Ma soprattutto il giudaismo messianico esercita una intensa attività missionaria nei confronti degli ebrei. Secondo la teologia evangelica accettata dagli ebrei messianici, coloro che non sono salvati sono destinati alla dannazione eterna. Aiutare a portare qualcuno a Yeshua e quindi alla salvezza è responsabilità di tutti gli ebrei messianici.

Quando gli ebrei messianici cercano di fare proselitismo all’interno della comunità ebraica tradizionale, spesso incontrano resistenza e indignazione. Anche perché il nome della loro fede, ebraismo messianico, attira facilmente chi non conosce abbastanza bene la propria: accade frequentemente che ebrei ortodossi poco attenti e consapevoli finiscono nelle mani dei missionari senza rendersi conto che stanno proponendo loro qualcosa di più vicino al cristianesimo che non all’ebraismo. La questione però sembra avere un certo peso perché negli Stati Uniti sono nati alcuni gruppi pronti a contrastare il pericolo e a supportare i correligionari.

Principale realtà per contrastare l’evangelizzazione ebraica per mano degli Ebrei per Gesù (Jews for Jesus) è il gruppo Ebrei per l’ebraismo, Jews for Judaism, un’organizzazione che si occupa di rafforzare e preservare l’identità ebraica e aiutare chi è caduto nelle “trappole” dell’ebraismo messianico.

In Israele c’è una comunità di ebrei messianici in crescita, in particolare nel villaggio di Yad-Hashmona. Molti degli ebrei messianici in Israele sono israeliani per nscita, giunti al giudaismo messianico da adolescenti o adulti.

I servizi di preghiera messianici ebraici includono gran parte della liturgia tradizionale ebraica, spesso modificata e modificata per includere riferimenti a Yeshua. L’ebraico è comune nelle congregazioni ebraiche messianiche, e c’è una crescente tendenza ad includere la danza nei loro servizi. Le danze sono nello spirito della danza popolare israeliana.

Oggi ci sono circa 400 congregazioni ebraiche messianiche in tutto il mondo, con 10-15.000 ebrei messianici in Israele e circa 200.000 negli Stati Uniti.

 

 


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