Cultura
Vampiri, demoni ed altri miti del terrore nella tradizione ebraica

Un viaggio dalla destrutturazione della visione antisemitica fino alle creature delle tradizionale medievale

Per comprendere il rapporto attuale tra ebraismo e miti letterari del terrore occorre comprendere la natura della distanza che li ha progressivamente separati. Infatti solo pochi scrittori ebrei si confrontano ancora oggi con questi temi gotico-horror come Bari Wood, con il suo The Tribe o Aden Polydoros che con il romanzo gotico, The City Beautiful, ha vinto il Sydney Taylor Book Award ed è stato finalista al Lambda Award e al National Jewish Book Award.

Le ragioni di questa latitanza possono essere svariate, ma occorre risalire al mito antisemita per trovare una prima plausibile spiegazione, come nella figura dell’ebreo identificato come proto-vampiro, dei racconti di Canberbury e dell’Oliver Twist di Charles Dickens. Ma la metafora del vampiro ebreo non è sorta in un vacuum culturale, ma piuttosto deriva da un tipo di antisemitismo innestato sulla terribile rappresentazione bidimensionale della diffamazione del sangue della vigilia di Pesach. Tutto questo e i suoi effetti hanno allontanato gli ebrei dalla figura narrativa dei notturni in cerca di sangue.

Ma è stato sempre così? Andando indietro fino all’Alto medioevo è possibile invece scoprire come la letteratura ebraica facesse riferimento agli stessi vampiri. Sembra strano? Ed invece estries è il loro nome e apparvero per la prima volta nel Sefer Hasidim, un testo del XIII secolo sulla vita religiosa degli ebrei tedeschi attribuito a Judah ben Samuel, discendente da una lunga linea di kabbalisti del Nord Italia, interessato a scrivere le tradizionali orali legate al movimento Ashkenzaita dei Hasidim. E tra queste tradizioni non scritte vi erano parti relative ad una varietà di mostri ebraici, tra cui le estries. Le estries, la cui etimologia forse deriva dal francese strix (Civette), per l’appunto di solo genere femminile, sono mutaforme in grado di volare grazie ai lunghi capelli (se sciolti) e dispongono di una sorta di capacità di proiezione astrale, grazie alla quale i loro spiriti possono vagare molto tempo dopo la morte. A parte non aver problemi a camminare sui luoghi sacri, come i loro cugini vampiri, tantomeno fermarsi davanti a crocefissi o Maghen David, le estries si nutrono solo di sangue di ebrei. C’è da dire che nel periodo in cui si narrava delle estries gli stessi Hasidim Ashkenaziti vivevano una vita di rigida autodisciplina e auto-privazione, rispettavano la legge del parua e una moglie che appariva in pubblico con i capelli sciolti era motivo di divorzio. Non c’è pertanto da meravigliarsi troppo che l’immagine di una donna che volava con i capelli sciolti potesse rappresentare un’immagine orribile per gli ebrei di quel tempo.

Ma la tradizione ebraica presenta diversi mutaforma, dai licantropi agli Shedim. Dei licantropi alcuni commentatori presumono esserci una traccia nella Torah (Genesi 49:27) nel verso: “Binyamin è un lupo che sbranerà; al mattino mangerà la preda e di sera dividerà le spoglie”. I suoi discendenti, paragonati al lupo, erano potenti e coraggiosi guerrieri, come emerge dalla concubina di Ghi’v’a (Shofetim 19,20) (Radak), ma secondo il commento del maestro Ephraim ben Shimshon, uno dei tosafisti, Binyamin occasionalmente sbranava le persone – e quando arrivava il momento per lui di trasformarsi in un lupo, se fosse stato in presenza del padre avrebbe potuto contare su un (aiuto) medico, evitando di trasformarsi in lupo. Così dice: “e se lascia suo padre, morirà” (Gen. 44:22), vale a dire, se si separa da suo padre, si trasformerà in lupo [e attaccherà] le persone lungo la strada, e chiunque lo incontrerà lo potrà uccidere. Fantasia e narrazione si confondono.
Gli shedim sono demoni che vivono nel deserto o tra le rovine, menzionati nel Talmud Babilonese (Trattato Sukkah 28a). Sebbene la parola figuri già nella Torah scritta (Deuteonomio 31:17) ad indicare “dei stranieri”, Rabbi Yochanan Ben Zakkai nel trattato di Sukkah ne da una maggiore descrizione precisando che nei luoghi diroccati, occorre stare attenti alle lattrine e in generale dove si possa trovare avanzi di cibo e acqua perché in essi si possono avere sconvenienti incontri con gli shedim.
Se gli shedim sono una via di mezzo tra moderni mutaforma e demoni, i dibbuk invece sono spiriti maligni in grado di possedere una persona vivente, attaccandosi alla sua anima, provocando malattie mentali, parlando attraverso la sua bocca, rappresentandone una personalità separata ed estranea, come accade nel film The Possession (2012) in cui compare il cantante di chassidic-raggae Matisyahu nel ruolo di un rabbino esorcista che combatte lo spirito a suono di Salmi. Il termine venne introdotto nella letteratura solo nel XVII secolo dalla lingua parlata degli ebrei tedeschi e polacchi. È un’abbreviazione di dibbuk me-ru’aḥ ra’ah (“una scissione di uno spirito maligno”), o dibbuk min ḥa-hiẓonim (“dibbuk dall’esterno”), che si trova nell’uomo. L’atto di attaccamento dello spirito al corpo divenne il nome dello spirito stesso. Tuttavia, il verbo davok (“unirsi”) si trova in tutta la letteratura cabalistica dove denota le relazioni tra lo spirito maligno e il corpo, mitdabbeket bo (“si attacca a lui”).

La Torah proibisca ogni forma di magia, divinazione e annesse considerazioni (Esodo 22:18, Deuteronomio 18:10-11), ma le creature del terrore non si fermano ai primi esempi visti, e nel folklore ebraico si può avere a che fare con Lilith dagli incontrollabili appetiti sessuali nonché prima donna creata, ancor prima di Eva, temuta perché uccide le donne prima del parto e rapisce i bambini, oppure la strega di Endor, che aiutò il Re Saul a contattare lo spirito del Profeta Samuel. Per non parlare della creatura primordiale degli abissi, il Leviathano e del proto-Frankestein, giustiziere/protettore creato dall’argilla dal Rabbi Judah Loew, the Maharal of Prague: il Golem.

Ma ricordatevi sempre che se doveste avere a che fare con spiriti cattivi o una delle tante creature insidiose, il Salmo 101 può sempre venire in aiuto. Perché magari sembrano creature di pura fantasia, ma ne siete così sicuri? Forse i maestri talmudici, anche in questo caso, avevano visto leggermente oltre il nostro piano dell’esistenza…

Riferimenti
The History of Estries, aka Jewish Vampires, Adam Rosenthal and Jennifer Frazin. Gennaio 2024. Alla Pagina web: https://www.heyalma.com/the-history-of-estries-aka-jewish-vampires/ (Consultato il 29 gennaio 2024).
Vayechi – Jewish Werewolves, Robi Tabik. Alla pagina web: https://www.sefaria.org/sheets/367788.2?lang=bi&with=all&lang2=en (Consultata il 29 gennaio 2024)
Shedim. Alla pagina web: https://www.thejc.com/judaism/jewish-words/shedim-ya6pv910
Dybbuk. Alla pagina web: https://www.jewishvirtuallibrary.org/dibbuk-dybbuk?utm_content=cmp-true


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